L'Adriatico selvaggio

L'Adriatico selvaggio
Il mio Mare Adriatico,nelle Marche

lunedì 18 agosto 2008

Marche picene e provincia di Fermo - Petritoli country

AGOSTO, PAESE ITALIA NON TI CONOSCO
Tra sagre, feste ed abbuffate di tipicità, di cozze, di salsiccie e di lumache con la polenta (brrr) le Amministrazioni di molti piccoli comuni sembrano aver trovato la loro dimensione social-popolar-folcloristica macinatrice di consensi. La procedura è semplice. Si mettono a cucinare le famiglie (muratori rumeni compresi), si organizzano botteghini in cui si fanno lunghe file col vassoietto in mano (ma l'avventuroso avventore spende più di quello che costerebbe una discreta cena in pizzeria) per trangugiare imprevedibili pastasciutte con le forchette di plastica e bere pensosamente un simil-vino in altrettanto plasticoso bicchiere.
E ci si accomoda a traballanti sedie e tavolate tra nugoli di voraci zanzare e di altri piccoli volatili altrettanto emofagi.
Un altoparlante ti spacca il timpano destro con musica anni 70 e la vicina debordante ti perfora il sinistro. Di fronte si raccontano storie di lutti di famiglia e si va via di ricordi. Dopo aver mangiato male, ma molto condito, si trascorrerà una dispeptica nottata alla ricerca del bicarbonato perduto.
Impedibili le feste di paese; ci si sente così amici! Così corretti, equi e solidali! E per qualche mezz’ora ci si dimentica che ci sono buone probabilità, tornando a casa, di incrociare frontalmente una macchina di ubriachi con patente moldava (ossia fai da te) o di trovare qualche alleggerente sorpresa a casa o la strada franata.
Ora che l’estate del nostro scontento sta finalmente veleggiando verso l’equinozio di Autunno e ancora risplendono i covoni di paglia, ma già s’anneriscono le terre arate, ci sarebbe ancora tempo, se le Amministrazioni locali lo volessero per occuparsi del territorio e della sicurezza dei cittadini. Fino a poco tempo fa nei piccoli paesi le porte delle case non si dovevano chiudere né tanto meno blindare, le strade erano frequentate da persone che si conoscevano tutte da generazioni. E in campagna non c'erano né cancelli, né sbarre, né preoccupazioni: nelle contrade tutti collaboravano, si aiutavano e se c'era da discutere si cercava la soluzione e non l'avvocato.
Invece adesso che i furti sono in aumento continuo e persone sconosciute, più arrembanti dei domenicali testimoni di Geova, si aggirano e invadono anche le aie e i cortili con vari pretesti e dicendo che cercano qualcuno (che regolarmente non c'è perché non esiste) gli stranieri comprano case di campagna diroccate (ma trendyssime) e deviano le strade originali verso le loro nuove residenze; che dunque succede in queste campagne e in questi borghi che in passato erano tranquilli e pacifici rifugi estivi?
E perchè le amministrazioni si sottraggono alle loro responsabilità?
Il Far West è arrivato? Macchè, è arrivato il Far da sé dell’ “arrangiatevi!”.
Com'era?! Verde la mia valle? Ora no.
Mala tempora currunt.

sabato 16 agosto 2008

Invasione del terrirorio per speculazione e interessi


Nelle colline marchigiane è turismo o invasione?
Molti arrivano, cercano affittano e comprano case, e si insediano ma con quali intenzioni?
E’ sempre preferibile parlare di realtà che si conoscono bene e direttamente: ci si potrebbe riferire a questo diffusissimo fenomeno estendendolo a tutta la provincia di Ascoli e Macerata e così via; ma una piccola realtà è un osservatorio privilegiato e un campione molto significativo, perchè se ne conosce ogni risvolto.
Sono arrivati albanesi e slavi, inglesi e tedeschi eccetera. In un primo momento un cittadino aperto e civile considera il fenomeno con ottimismo.
A volte però arrivano anche spiacevoli realtà.
Il mio primo impatto sconcertante è stato con giovani due giovani inglesi che portavano a spasso due cani di grossa taglia e della razza dei molossoidi senza guinzaglio né museruola. Li ho incontrati in campagna: I due molossi ci si sono slanciati addosso e si sono mostrati molto aggressivi tanto che ci siamo dovuti riparare in automobile tra latrati e ringhi minacciosi. Abbiamo chiesto (in inglese e a gesti) perché non avessero nemmeno il guinzaglio e ma i loro padroni hanno fatto finta di non capire…
Poi sono arrivati altri immigrati più o meno benestanti e sono arrivati cittadini tedeschi che hanno acquistato case di campagna a poche centinaia di metri da casa mia, abbandonata da decenni situata in fondo a una piccola ripidissima vallata cui si accede tramite una carrareccia.
Questi signori hanno manomesso la carrareccia, in parte di nostra proprietà, per farci passare le loro roulottes, i camion con i materiali di ristrutturazione e le betoniere. In seguito al dissesto causato sulla stradina (definita carrareccia nelle carte militari) hanno eseguito, senza avvertirci né chiedere autorizzazione lavori incompetenti trasformandone il profilo in una conca a letto di fiume che si è allagata al primo acquazzone invadendo anche il nostro seminato. Non contenti se la sono presa con chi eseguiva i consueti lavori agricoli e con noi , come confinanti, minacciando azioni legali.
Chi è nato in questi luoghi o vi risiede da decenni non è abituato alle carte bollate nei rapporti di vicinato. Ognuno passa, con educazione e libertà, dove gli è necessario. Ma non è solo questo il punto. Una collina argillosa e franosa, tendente a formare calanchi, soggetta a precipitazioni improvvise e eccezionalmente violente con nubifragi frequenti anche nelle buone stagioni, non può essere violentata brutalmente da incompetenti con i loro panzer moderni.
La collina è zona di pace, di bellezza, di sapienza contadina e ospitalità e non da devastazione edilizia e da scempio ecologico.
E le Amministrazioni che fanno? Latitano o favoriscono rancori personali, non danno le regole necessarie ai nuovi venuti incompetenti e incapaci di valutare il territorio, lasciano sfasciare quiete stradine che hanno visto passare finora solo carri agricoli e apette dei contadini da chi pretende di usarle come superstrade da percorrere senza limiti … oppure si sveglia e fa il suo dovere?
Ahimè: finora, da quanto vediamo non succede nulla...
E chi ama ed arricchisce questi luoghi belli per arte, natura, poesia, storia e tradizioni, chi pianta alberi e frutteti, che dedica la sua attenzione alla salvaguardia della Natura viene svillaneggiato.
E forse fugge.
Io, per me, sto con la civiltà.

Chi salverà le pacifiche colline dall'attacco anti ecologico?

Attila


Siamo all'invasione.
E all'orizzonte non appaiono eroi IN DIFESA DEL BENE COMUNE..
La terra è alla mercè dei barbari. Chi ci salverà dai novelli invasori e DISTRUTTURI DELL'AMBIENTE?
Chi ci proteggerà dai violentatori della Natura?
Amministrazioni che pensano solo al quieto vivere pro domo sua?
Chi otterrà tolleranza e pace da chi non vuole PACIFICA CONVIVENZA ma impone BARBARA PREPOTENZA?
Chi fermerà Attila?
Quando si perdono cultura e tradizioni, valori e fede allora anche l' identità si perde. Invevitabilmente.
Cari cittadini, che farete alle prossime elezioni... VOTERETE ATTILA ?