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Ascoli Piceno, i tetti del centro città - Immagine da webcam aggiornata ogni 30'' |
Blog di Mariserena Peterlin - Italy - Viaggi - Paesaggi - Foto - Tra mare, colline e monti.
L'Adriatico selvaggio

Il mio Mare Adriatico,nelle Marche
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sabato 11 febbraio 2012
venerdì 14 ottobre 2011
Il Mar Adriatico a TORRE DI PALME
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Torre di Palme (FM) - L'Adriatico |
Visualizzazione ingrandita della mappa
Lungo la statale Adriatica e l'Autostrada A14, tra Porto San Giorgio e Pedaso.
giovedì 13 ottobre 2011
Valdaso Marche sp 238 - Il Mulino di Sisto V
Sulla sp 238, Valdaso, tra Monterinaldo e Montalto Marche, lungo il corso del fiume Aso una importante testimonianza storica. Il Mulino di Sisto V che merita molta attenzione è una singolare costruzione, dalle dimensioni contenute ma imperiose.
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Il MULINO di papa Sisto V risale al sec XV e si trova tra l'Appennino e il Mare lungo la sp Valdaso vicino all'incrocio delle strade che portano a Monterinaldo e a Montalto Marche.
lunedì 10 ottobre 2011
Pedaso, Adriatico - Lungomare
domenica 9 ottobre 2011
Petritoli, Marche, Italy - Un paese in collina e le sue tradizioni
Era bella e unica la campagna collinare che circonda Petritoli, e lo è ancora. Speriamo lo sia sempre. Io l’ho conosciuta molti anni fa; la vedevo affacciandomi dal balcone del palazzo di via Mongibove della famiglia Ricci.
D’estate il panorama, largo e digradante fino al mare, era leggermente caliginoso; un velo di calore lo avvolgeva, ma a me il caldo piaceva.
Le rondini vorticosamente giravano tra cielo e terra, tra campi e tetti. I rumori erano quelli del lavoro e delle attività delle donne e degli uomini. Dalle finestre entravano il martellare mattutino del fabbro, del falegname o del “callarà” come l’odore del fumo del cannello di Umberto che, tra le tante, infinite abilità di artigiano, sverniciava e riverniciava portoni rifacendoli come nuovi.
Dalle stesse finestre penetrava, allettante, il profumo del sugo e degli intingoli che prendevano vita sui fornelli.
All’ora di pranzo scendeva il silenzio e si poteva sentire appena il rumore delle stoviglie e delle cucine in piena attività. “Marì! Oh… Marì !” gridava all’improvviso una voce dalle persiane che socchiudevano appena un’antina.
“Quala?” rispondevano due o tre voci, perché in tante si chiamavano Maria in quella strada.
E’ naturale e giusto che tutto cambi, ma la natura delle cose e delle anime no; un paese è tale finché un’anima ce l’ha ancora.
sabato 8 ottobre 2011
sabato 23 aprile 2011
martedì 29 marzo 2011
sabato 12 marzo 2011
La Galleria del Gran Sasso - Autostrada A 24 - Roma L'Aquila Teramo - video di Mariaserena Peterlin
Abruzzo - Gran Sasso d'Italia versante Est |
Il tunnel del Gran Sasso, in Abruzzo, attraversa l'Appennino e di fatto apre la strada tra il Mar Tirreno e il Mare Adriatico. Il massiccio del Gran Sasso è un gigante imponente, bellissimo in ogni stagione e in ogni condizione meteorologica. L'attraversamento in auto, che percorre una distanza di circa 11 chilometri, è un'esperienza che unisce tecnologia e riflessione sulla piccola-grande statura dell'uomo. Ho girato questo video durante uno dei viaggi tra Roma e le Marche.
Pronti? Partenza!
venerdì 11 marzo 2011
sabato 8 gennaio 2011
Nuvole bizzarre in A 24
domenica 12 dicembre 2010
lunedì 18 agosto 2008
Marche picene e provincia di Fermo - Petritoli country
AGOSTO, PAESE ITALIA NON TI CONOSCO
Tra sagre, feste ed abbuffate di tipicità, di cozze, di salsiccie e di lumache con la polenta (brrr) le Amministrazioni di molti piccoli comuni sembrano aver trovato la loro dimensione social-popolar-folcloristica macinatrice di consensi. La procedura è semplice. Si mettono a cucinare le famiglie (muratori rumeni compresi), si organizzano botteghini in cui si fanno lunghe file col vassoietto in mano (ma l'avventuroso avventore spende più di quello che costerebbe una discreta cena in pizzeria) per trangugiare imprevedibili pastasciutte con le forchette di plastica e bere pensosamente un simil-vino in altrettanto plasticoso bicchiere.
E ci si accomoda a traballanti sedie e tavolate tra nugoli di voraci zanzare e di altri piccoli volatili altrettanto emofagi.
Un altoparlante ti spacca il timpano destro con musica anni 70 e la vicina debordante ti perfora il sinistro. Di fronte si raccontano storie di lutti di famiglia e si va via di ricordi. Dopo aver mangiato male, ma molto condito, si trascorrerà una dispeptica nottata alla ricerca del bicarbonato perduto.
Impedibili le feste di paese; ci si sente così amici! Così corretti, equi e solidali! E per qualche mezz’ora ci si dimentica che ci sono buone probabilità, tornando a casa, di incrociare frontalmente una macchina di ubriachi con patente moldava (ossia fai da te) o di trovare qualche alleggerente sorpresa a casa o la strada franata.
Ora che l’estate del nostro scontento sta finalmente veleggiando verso l’equinozio di Autunno e ancora risplendono i covoni di paglia, ma già s’anneriscono le terre arate, ci sarebbe ancora tempo, se le Amministrazioni locali lo volessero per occuparsi del territorio e della sicurezza dei cittadini. Fino a poco tempo fa nei piccoli paesi le porte delle case non si dovevano chiudere né tanto meno blindare, le strade erano frequentate da persone che si conoscevano tutte da generazioni. E in campagna non c'erano né cancelli, né sbarre, né preoccupazioni: nelle contrade tutti collaboravano, si aiutavano e se c'era da discutere si cercava la soluzione e non l'avvocato.
Invece adesso che i furti sono in aumento continuo e persone sconosciute, più arrembanti dei domenicali testimoni di Geova, si aggirano e invadono anche le aie e i cortili con vari pretesti e dicendo che cercano qualcuno (che regolarmente non c'è perché non esiste) gli stranieri comprano case di campagna diroccate (ma trendyssime) e deviano le strade originali verso le loro nuove residenze; che dunque succede in queste campagne e in questi borghi che in passato erano tranquilli e pacifici rifugi estivi?
E perchè le amministrazioni si sottraggono alle loro responsabilità?
Il Far West è arrivato? Macchè, è arrivato il Far da sé dell’ “arrangiatevi!”.
Com'era?! Verde la mia valle? Ora no.
Mala tempora currunt.
Tra sagre, feste ed abbuffate di tipicità, di cozze, di salsiccie e di lumache con la polenta (brrr) le Amministrazioni di molti piccoli comuni sembrano aver trovato la loro dimensione social-popolar-folcloristica macinatrice di consensi. La procedura è semplice. Si mettono a cucinare le famiglie (muratori rumeni compresi), si organizzano botteghini in cui si fanno lunghe file col vassoietto in mano (ma l'avventuroso avventore spende più di quello che costerebbe una discreta cena in pizzeria) per trangugiare imprevedibili pastasciutte con le forchette di plastica e bere pensosamente un simil-vino in altrettanto plasticoso bicchiere.
E ci si accomoda a traballanti sedie e tavolate tra nugoli di voraci zanzare e di altri piccoli volatili altrettanto emofagi.
Un altoparlante ti spacca il timpano destro con musica anni 70 e la vicina debordante ti perfora il sinistro. Di fronte si raccontano storie di lutti di famiglia e si va via di ricordi. Dopo aver mangiato male, ma molto condito, si trascorrerà una dispeptica nottata alla ricerca del bicarbonato perduto.
Impedibili le feste di paese; ci si sente così amici! Così corretti, equi e solidali! E per qualche mezz’ora ci si dimentica che ci sono buone probabilità, tornando a casa, di incrociare frontalmente una macchina di ubriachi con patente moldava (ossia fai da te) o di trovare qualche alleggerente sorpresa a casa o la strada franata.
Ora che l’estate del nostro scontento sta finalmente veleggiando verso l’equinozio di Autunno e ancora risplendono i covoni di paglia, ma già s’anneriscono le terre arate, ci sarebbe ancora tempo, se le Amministrazioni locali lo volessero per occuparsi del territorio e della sicurezza dei cittadini. Fino a poco tempo fa nei piccoli paesi le porte delle case non si dovevano chiudere né tanto meno blindare, le strade erano frequentate da persone che si conoscevano tutte da generazioni. E in campagna non c'erano né cancelli, né sbarre, né preoccupazioni: nelle contrade tutti collaboravano, si aiutavano e se c'era da discutere si cercava la soluzione e non l'avvocato.
Invece adesso che i furti sono in aumento continuo e persone sconosciute, più arrembanti dei domenicali testimoni di Geova, si aggirano e invadono anche le aie e i cortili con vari pretesti e dicendo che cercano qualcuno (che regolarmente non c'è perché non esiste) gli stranieri comprano case di campagna diroccate (ma trendyssime) e deviano le strade originali verso le loro nuove residenze; che dunque succede in queste campagne e in questi borghi che in passato erano tranquilli e pacifici rifugi estivi?
E perchè le amministrazioni si sottraggono alle loro responsabilità?
Il Far West è arrivato? Macchè, è arrivato il Far da sé dell’ “arrangiatevi!”.
Com'era?! Verde la mia valle? Ora no.
Mala tempora currunt.
sabato 16 agosto 2008
Chi salverà le pacifiche colline dall'attacco anti ecologico?
Attila |
Siamo all'invasione.
E all'orizzonte non appaiono eroi IN DIFESA DEL BENE COMUNE..
La terra è alla mercè dei barbari. Chi ci salverà dai novelli invasori e DISTRUTTURI DELL'AMBIENTE?
Chi ci proteggerà dai violentatori della Natura?
Amministrazioni che pensano solo al quieto vivere pro domo sua?
Chi otterrà tolleranza e pace da chi non vuole PACIFICA CONVIVENZA ma impone BARBARA PREPOTENZA?
Chi fermerà Attila?
Quando si perdono cultura e tradizioni, valori e fede allora anche l' identità si perde. Invevitabilmente.
Cari cittadini, che farete alle prossime elezioni... VOTERETE ATTILA ?
venerdì 7 dicembre 2007
La via Salaria all'alba
Nebbia all'alba sulla Salaria
Veloce una strada s'insinua,
tra rocce.
Percorre e attraversa
la nebbia.
Già basse le nuvole all'alba
trafiggono
il nero autunnale.
Racchiude uno scatto di ciglia
l'immagine fissa e fugace.
Su asfalto bagnato
le lucide ruote
che corrono uguali
e senza esitare
Veloce una strada s'insinua,
tra rocce.
Percorre e attraversa
la nebbia.
Già basse le nuvole all'alba
trafiggono
il nero autunnale.
Racchiude uno scatto di ciglia
l'immagine fissa e fugace.
Su asfalto bagnato
le lucide ruote
che corrono uguali
e senza esitare
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giovedì 6 dicembre 2007
UN BLOG SULLA VIA SALARIA


Qui non c'è un inizio e una fine perché non c'è una storia, ma solo visioni e punti di vista
La Via Salaria si percorre, come qualsiasi strada, avanti e indietro nei due sensi da Roma a Porto d'Ascoli e viceversa. Si può dire che colleghi i due mari: il Tirreno e l'Adriatico. Come tutte le strade il suo percorso ha lo scopo ovvio di coprire uno spazio e di collegare dei luoghi. Esistono molti libri e alcuni siti che parlano della sua storia di antica strada romana e degli sviluppi che ha avuto nel Medioevo e nei secoli seguenti.
Su questo BLOG però voglio parlare delle strade che percorrono la Regione Marche e della Salaria così com'è oggi, di come appare con la pioggia, la neve, la nebbia, il ghiaccio o il sole nei suoi paesaggi, castelli, dirupi, rovine, paesi e nella sua natura a chi la percorra non troppo distrattamente. Sull'altopiano di Torrita, ad esempio capita di veder volare in alto il falco, e lungo la strada scorrono il Velino prima e il Tronto più avanti. Si incrociano le strade per l'Umbria e l'Abruzzo, si vedono cartelli stradali vecchi e nuovi e cartelloni con la pubblicità delle salsiccie: perchè la Salaria non è solo una strada statale, ma è un lungo prolungarsi, tra apparire e nascondersi, di realtà legate profondamente all'uomo e alla sua vita quotidiana, alla natura e alle sue sorprese.
Questo sito vuole essere dunque un album, fatto di immagini, di suggestioni, di scorrere delle stagioni, di curve e rettifili e di qualche notizia.
Chi percorre la Salaria, ha sempre fretta di arrivare nonostante il ghiaccio che scricchiola sotto le ruote e che nemmeno il sale sparso senza avarizia sull'asfalto riesce, a volte, a sciogliere. Si procede, più lenti, con le mani inchiodate al volante, il piede fermo ma leggero sull'acceleratore, senza frenare e senza accelerare ad andatura costante. Si percorrono chilometri e chilometri . E al termine del viaggio ci si congratula quasi con l'automobile come si fa con un bravo e fidato destriero che non ci ha tradito. Si arriva, dunque, senza quasi mai fermarsi. Ho scattato quasi tutte le mie foto dall'automobile in corsa per non fare fermare la macchina. Si ha sempre fretta di arrivare forse perchè si va verso luoghi che si amano profondamente e si vogliono raggiungere senza indugiare, ma sempre passando per la Via Salaria.
Nonostante siano scatti in movimento le foto (che non hanno intenzioni artistiche) mi sembrano significative e parlanti.
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